L’apprendimento per progetti è una modalità di insegnamento sperimentata con successo già da alcuni decenni. Una chiara definizione del PBL - com’è noto, con un acronimo, il project-based learning nel mondo anglosassone - è possibile trovarla sul sito del Buck Institute for Education (attivo in California fin dal 1987). Il pbl appare qui come un approccio che consente agli studenti di acquisire progressivamente un bagaglio di conoscenze e competenze di natura interdisciplinare, grazie ad un lavoro che si sviluppa lungo un arco di tempo consistente. Ed è proprio il fattore tempo l’elemento che, a mio avviso, potrebbe rappresentare l’ostacolo maggiore all’introduzione dell’apprendimento per progetti nella secondaria superiore italiana, dove nei fatti sopravvive ancora un sistema rigido e organizzato in discipline concepite come camere a tenuta stagna, mentre lo spirito che anima questa tipologia di apprendimento ha un approccio assai vicino al motto popperiano “Non esistono le discipline, ma i problemi”. Alla luce di questo, è chiaro che il pbl, per essere attuato con profitto, necessita di una revisione del curriculum e dell’intera organizzazione scolastica. Attraverso la guida fornitaci dal Buck Institute sul proprio sito, possiamo di seguito elencare gli elementi che caratterizzano il project-based learning:
0 Comments
Your comment will be posted after it is approved.
Leave a Reply. |
BENVENUTI!Mi chiamo Eros Grossi. Dal 2004 sono un insegnante di Lettere presso i licei di Roma e provincia. Questo è il mio blog: nato per condividere fuori dall'aula il lavoro che svolgo tutti i giorni in classe. Archivi
Ottobre 2022
Categorie
Tutti
|