Il 15 aprile 2018 ho avuto il piacere di partecipare, nelle vesti di formatore, al VI meeting "Docenti Virtuali" & "Insegnanti 2.0", tenutosi quest'anno a Roma nella sede dell'I.P.P.S. "Edmodo de Amicis" (dal 13 al 15 aprile). Il meeting è un importante appuntamento di formazione tra pari, reso possibile dalle capacità organizzative dei due amministratori delle communities online (rispettivamente Jole Caponata e Giuseppe Corsaro), in cui docenti che sperimentano strategie didattiche supportate dalle nuove tecnologie hanno modo di diffondere le proprie buone pratiche. In occasione di questo incontro, grazie alla partecipazione di Davide Tonioli, fumettista "a tempo libero" (come Davide stesso ama definirsi) e "di mestiere" responsabile di Fidenia (un social learning italiano, molto diffuso nelle scuole), ho tenuto un workshop dedicato all'uso dei fumetti nella didattica.
0 Comments
In questo post presenterò un'attività didattica di natura interdisciplinare, la quale coinvolge le discipline storia e latino ed è stata svolta durante lo scorso anno scolastico. Si tratta di un'attività rivolta ad una classe del biennio della seconda superiore, che mette assieme la procedura propria del cosiddetto webquest con un apprendimento strutturato per gruppi di lavoro; il tutto finalizzato alla realizzazione di un fumetto digitale attraverso l'utilizzo del software Pixton. Prima però di procedere alla descrizione delle fasi del lavoro, poche righe sull'utilizzo del cosiddetto webquest nella didattica.
Come sintetizzato sul sito dell'Indire, il webquest nasce negli anni Novanta come approccio che si serve del web per sopperire ad una carenza presente nel libro di testo; in tale approccio, il docente decide dunque di servirsi di Internet per rintracciare fonti che gli consentano di sviluppare un dato argomento in classe. Non ci troviamo perciò davanti ad una generica richiesta alla classe di svolgere una ricerca online, ma viene strutturato un percorso di apprendimento per fasi, in cui lo studente si serve di fonti online attendibili appositamente selezionate dall'insegnante. Fatta questa premessa, possiamo passare alla descrizione delle fasi del lavoro e del prodotto realizzato: il fumetto digitale.
In questo lavoro, intitolato Nutrirsi nell'antica Roma, avevo chiesto ai miei studenti di immaginare di vestire i panni di un bracciante agricolo, costretto con la propria magra paga mensile di 750 denarii, a fare la spesa per l'intera famiglia all'epoca dell'imperatore Diocleziano (284-305 d.C.). La scelta di questa fase tarda della storia dell'impero romano nasceva dal fatto che proprio a quest'epoca risale il cosiddetto Edictum de pretiis del 301 d.C.: un "calmiere dei prezzi" con cui Diocleziano aveva tentato di porre freno alla svalutazione progressiva della moneta romana, venendo incontro così alle richieste delle classi inferiori, le quali vedevano il potere d'acquisto dei propri salari drasticamente ridotto in un mercato dove i beni primari avevano assunto valori spropositati. Il tentativo dell'imperatore romano si rivelò ben presto fallimentare, portando al fenomeno tipico di sviluppo di una "borsa nera" parallela dei beni. Al di là di questo, è a noi comunque giunto un documento straordinario sul piano storico e archeologico; esso infatti non solo ci fornisce un elenco dei prodotti tipici di consumo e di abbigliamento del tempo, ma anche il loro relativo prezzo (sebbene imposto dallo Stato).
L'isola di Ponza nell'immaginario comune è il correlativo oggettivo di tante cose (quali, ad esempio, svago, relax, riposo); tutte facilmente catalogabili nel campo semantico della vacanza. Cosa avverrebbe però se a queste piacevoli parole ne associassimo per contrasto altre quali confino, dittatura, controllo, schedatura? Di certo la piacevolezza del nostro primo fantasticare verrebbe rovinata dall'evocazione di un periodo buio della storia italiana, quale fu quello del ventennio fascista. Difatti, tra il 1928 e il 1943, Ponza è stata, al pari della più nota e vicina isola di Ventotene, colonia confinaria: ovvero luogo deputato all'isolamento e al controllo di individui ritenuti pericolosi dal regime. Nell'arco di un quindicennio, l'isola ha ospitato numerosi oppositori politici di varia estrazione sociale e fede politica: dal socialista Sandro Pertini al comunista Giorgio Amendola, dal legionario dannunziano Mario Magri (poi tragicamente trucidato alle Fosse Ardeatine) al Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Domizio Torrigiani. E questo per fermarsi solo ad alcuni dei nomi più noti negli annali della storia; accanto ad essi, tuttavia, ne restano tanti altri oggi finiti nell'oblio. Al turista che oggi si muova spensierato per l'isola, di questo triste passato non gli arriverà quasi eco alcuna. Eppure, per dirla con Proust, "il passato non solo non è fugace, ma resta fermo" per quegli occhi, si vorrebbe aggiungere, che vogliano e sappiano cogliere le tracce che esso, il passato, ha disseminato in mezzo al nostro presente. E questa sorta di sguardo è proprio quello che la mia collega Rita Bosso, ponzese di origine nonché scrittrice e cultrice di memorie locali, ha saputo nel tempo coltivare, riuscendo a tirar su da fonti di varia natura (pubblicazioni, foto d'epoca, memorie orali ecc.) un discreto archivio personale sulla storia del confino a Ponza. All'inizio dell'anno scolastico Rita, conoscendo il mio interesse per la storia e le nuove tecnologie digitali, mi ha avvicinato assieme al mio collega di informatica Massimo Pescatori. Rita aveva un'idea ben chiara nella mente: realizzare un' app per dispositivi mobili che consentisse di localizzare, nell’attuale tessuto urbano, i luoghi del confino, raccontando allo sprovveduto visitatore (o anche all'ignaro abitante del posto) le storie dei confinati. Un'idea bellissima e originale, a cui inizialmente (come spesso mi capita) ho posto una serie di resistenze, inerenti la fattibilità del prodotto con le nostre risorse e competenze. Fortunatamente la caparbietà della mia collega ha avuto la meglio; e questo post sta appunto qui a testimoniare un'impresa scolastica in cui ho potuto mettere alla prova un modello di apprendimento per progetti (project-based learning), che ben si sposa con un'attività di alternanza scuola-lavoro.
Nell'introduzione alla sua biografia Giovanna D'Arco - La vergine guerriera (Mondadori, 1998), lo storico italiano Franco Cardini ammetteva senza remore le ragioni del suo interesse verso la celebre eroina francese: gli ardori dell'adolescenza. Risvegliati nel 1952, quando sui muri dei cinematografi d'Italia campeggiava il volto di Ingrid Bergman, l'attrice che aveva prestato le sue grazie alla pulzella d'Orleans nel colossal del 1952 diretto dal regista Victor Fleming. Ammetterà Cardini: "a lei (la Bergman/Giovanna D'Arco, n.d.r.) dovevo tanto l'amore per la Francia quanto quello per il medioevo". Quali che siano state poi le reali fattezze di Giovanna D'Arco e quale il suo ruolo storico nella Guerra dei Cent'Anni (insomma sia ella stata una martire consapevole, una folle ispirata, una pedina nella mani del delfino di Francia), la sua esistenza ha comunque alimentato nella mente del giovane Cardini (e prima di lui in numerosi artisti e scrittori) un vero e proprio mito, tale da generare, come è peculiarità del mito appunto, una serie di varianti sempre diverse. Per cui, nel tempo, Giovanna D'Arco è stata: un'eroina nazionale, posta a baluardo del più consumato sciovinismo, quale è nella scultura del 1874 collocata a Parigi in Place des Pyramides; una adolescente turbata e psicolabile, come appare nel film diretto nel 1999 da Luc Besson; una diva ante litteram votata al martirio della celebrità, come cantata da Madonna in un brano musicale recente.
Questa natura polimorfa della eroina francese, in grado di attraversare le arti e i secoli con fortuna duratura, consente in ambito didattico di costruire percorsi di conoscenza che parimenti attraversano le discipline scolastiche: storia, storia dell'arte, italiano, cinema e musica (se queste ultime due trovassero diritto di cittadinanza nei nostri ordinamenti liceali). A tal proposito, tempo fa mi è capitato di sfogliare il documento dei Common Core Standars (sorta di linee programmatiche per la scuola superiore americana adottate in quarantadue dei cinquanta stati federati) ed imbattermi in una delle competenze-chiave delle cosiddette humanities: ovvero, analizzare le molteplici interpretazioni di una storia, di un soggetto teatrale o di una poesia, valutando come ogni nuova versione abbia adattato o modificato al suo bisogno la fonte di riferimento. Una competenza che potrebbe essere esercitata, con facilità, anche nell'analizzare figure-chiave della storia (un Giulio Cesare, un Napoleone o una Giovanna D'Arco, per l'appunto), mostrando come ogni epoca e ogni medium (arte, cinema, letteratura ecc.) abbia creato e rimodellato a propria immagine e somiglianza l'eroe della storia, al punto che questa operazione di modellamento finisce per fornirci più informazioni sull'epoca e l'artista che lo ha realizzato che sul personaggio stesso. E questo esattamente è quanto ho pensato di realizzare con alcuni miei studenti, a partire da un'attività di simulazione molto semplice: una richiesta di allestimento di una mostra dedicata al "mito di Giovanna D'Arco".
Organizzata quindi per gruppi di apprendimento l'attività richiesta dalla consegna, ciascun gruppo ha lavorato nella raccolta di informazioni online sulla vita di Giovanna D'Arco nell'arte, nel cinema, nella musica e nella letteratura, aggregando i materiali raccolti in un padlet o in un ppt. I risultati sono stati più o meno brillanti, come sempre. E di seguito mostro due esempi di lavoro ben riuscito.
Al termine di tutto, ho pensato però che tutti questi materiali raccolti in classe avrebbero potuto costituire un utile supporto per la realizzazione di qualcosa di più complesso. Ed ecco che mi sono ricordato della passione di mie due studentesse per il social Tumblr: una piattaforma di microblogging (sicuramente di nicchia tra gli adolescenti rispetto ai più noti Facebook o Twitter), che consente di aggregare contenuti multimediali e costruire anche pagine tematiche. Pertanto ho chiesto alle mie studentesse Serena e Aurora: perché non raccogliete i materiali dei vostri compagni di classe e costruite un blog tematico su Giovanna D'Arco? Quello che ne è venuto fuori è un diario intimo, in cui la pulzella d'Orleans, come una moderna adolescente, racconta la sua tragedia (tra i versi di De André e degli Arcade Fire). Per cui vi lascio alla lettura (anzi alla visione o, anche, all'ascolto) della tragedia di Giovanna, così come ri-creata da Serena Bungaro e Aurora Nenci della classe 4sC del Liceo Scientifico "Vito Volterra" di Ciampino.
|
BENVENUTI!Mi chiamo Eros Grossi. Dal 2004 sono un insegnante di Lettere presso i licei di Roma e provincia. Questo è il mio blog: nato per condividere fuori dall'aula il lavoro che svolgo tutti i giorni in classe. Archivi
Ottobre 2022
Categorie
Tutti
|