"La nostra reazione convenzionale a tutti i media, A chi gli chiedeva che fine avrebbero fatto i suoi saggi, nel caso in cui la ricerca del futuro avesse sconfessato la sua teoria della ideologia tripartita degli Indoeuropei, il famoso storico delle religioni francese Georges Dumézil, che su quella teoria aveva edificato tutta la sua analisi dei miti e delle strutture sociali delle società antiche, rispondeva: “Semplice, basterebbe spostarli dalla sezione della saggistica a quella della fiction”. Per fortuna del suo autore, I libri di Dumézil possono trovare comodamente posto ancora oggi nel settore della saggistica, mentre sono al contrario i libri dei suoi detrattori ad essere via via scomparsi dai cataloghi delle più prestigiose collane editoriali. Chissà se Marc Prensky, a distanza di soli vent’anni dalla teorizzazione sui cosiddetti nativi digitali, potrà vantare una fortuna analoga; oggi che numerose indagini di pedagogia sperimentale hanno sconfessato ciò che molti, senza il conforto di indagini evidence-based, già al tempo, nel 2001, avevano intuito. Infatti, con buone probabilità, questo scrittore statunitense (e consulente per il mondo della formazione, come ama presentarsi egli stesso sul suo sito personale) potrà vantare unicamente di aver coniato un’espressione che riscuote grande fortuna ancora oggi negli articoli sul mondo della scuola, perché per il resto la validità euristica delle sue speculazioni mostra già da tempo crepe da ogni parte. C’è da dire che, vent’anni dopo, quello che appare dirompente (ed anche fastidioso, da un certo punto di vista) nel concetto di nativi digitali, sta nel suo minare una fiducia che è poi consustanziale all’idea stessa di educazione: ovvero, che gli adulti possano educare i giovani. Questa generazione in grado di “pensare e processare sostanzialmente le informazioni in modo diverso dai suoi predecessori”, “che ama...fare più cose contemporaneamente”, “che lavora meglio quando unita in gruppo” e che “preferisce il gioco al lavoro serio”, come Prensky la dipingeva nel suo breve articolo Digital natives, digital immigrants, ebbene questa generazione non può essere educata da un’opposta generazione di immigrati digitali che, nati in un’epoca analogica e ancora fondamentalmente guthenberghiana (almeno nel contesto scolastico), ha bisogno di “stampare un documento scritto al computer per correggerlo, invece di farlo direttamente sullo schermo”. Quando anche volessero avvicinarsi al mondo di questi giovani, importandone il linguaggio, i nostri immigrati digitali tradirebbero la loro identità a causa di un accento che rimanda ad un mondo ormai al tramonto. Sappiamo che, esattamente dieci anni dopo, Prensky, con una sorta di scusa non richiesta, dichiarò che il concetto di nativi digitali appariva superato dall'evolversi delle cose, pertanto si richiedeva un approdo verso il concetto più onnicomprensivo di saggezza digitale. Se, infatti, nella tradizione sapienziale del genere umano (come almeno l’abbiamo conosciuta dall’invenzione della scrittura in poi), la saggezza veniva identificata con una sorta di “fuga dal mondo” e dal contatto degli uomini per ritrovare se stessi, la nuova saggezza digitale nella rappresentazione di Prensky appare come una immersione nel mondo digitale del sovraccarico informativo che si esprime con un codice binario del tipo click on/click off. Insomma, non proprio un granché per vantare il titolo di saggi. Non sono certo io l’unico, credo, ad aver ironizzato sulle teorie di questo “visionario innovatore” (sempre come ama farsi rappresentare), fidando poi unicamente su quelle che sono le osservazioni di un insegnante attento ad osservare le abilità digitali dei propri “nativi” in classe. Un importante studioso americano Sam Wineburg, di cui ho già parlato in questo blog, ha avuto gioco facile infatti nell’obiettare, davanti alla presunta natura multitasking dei giovani immaginati da Prensky, che anch'egli sa fare tante cose contemporaneamente. Io sono perfettamente in grado di accendere la macchina, Tuttavia, la smentita più clamorosa viene, come già accennato, dalle indagini sperimentali di pedagogia condotte su gruppi di controllo. La più significativa è un'indagine pubblicata da Eszter Hargittai (et al.) sull'International Journal of Communication nel 2010, dal titolo Trust Online: Young Adults' Evaluation of Web Content. In questa ricerca il professor Hargittai e i suoi colleghi della Northwestern University hanno studiato 102 studenti universitari impegnati nella ricerca di informazioni affidabili online. Dunque, stiamo parlando pressappoco di quella generazione poco più che bambina negli anni in cui Prensky formulava le sue tesi. In breve, in questa ricerca i giovani sono stati posti davanti ad un quesito di questo tipo: "Sei a casa in piena estate. Una tua amica ti chiama venerdì intorno a mezzanotte in preda al panico. Il preservativo si è rotto, mentre era a letto con il suo fidanzato. Cosa può fare per avere la certezza di non restare incinta?". Dall'analisi effettuata delle circa 80 ore di registrazione di questi millennials impegnati nella ricerca di una risposta all'angosciato quesito della ragazza, ne è venuto fuori che questi presunti nativi digitali, proprio forse come i loro genitori, ignoravano completamente come funziona l'algoritmo di un motore di ricerca. In altri termini, essi confidavano nella credenza che più alta è la posizione del sito nella lista prodotta dalla ricerca, più affidabile è l'informazione offerta. Insomma, per farla breve e con buona pace di Prensky, tante cose ha ancora da insegnare la scuola a questi nativi digitali (che non lo erano).
4 Comments
Davide Fasoli
5/12/2020 09:52:46
Non ricordo come sono arrivato su questo blog,
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Eros Grossi
9/12/2020 17:49:44
Grazie molte, Davide. Buon lavoro anche a te!
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Paolo
28/9/2021 09:00:19
ti faccio citare nelle relazioni di laurea...
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Eros Grossi
28/9/2021 09:27:01
Sic transit gloria mundi :-)) Grazie Paolo!
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BENVENUTI!Mi chiamo Eros Grossi. Dal 2004 sono un insegnante di Lettere presso i licei di Roma e provincia. Questo è il mio blog: nato per condividere fuori dall'aula il lavoro che svolgo tutti i giorni in classe. Archivi
Ottobre 2022
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